giovedì 6 novembre 2008

Yes, we can


Sarà perchè viviamo nell'era della tecnologia, di internet, della rete, che ci fa sentire tutti più vicini, ci consente di condividere speranze, orrori e battaglie, l'uno al fianco dell'altro.
Sarà perchè il dramma che sta attraversando un Paese di oltre duecento milioni di persone - nella guerra insana e scellerata, nella sanità che sceglie di ammazzare i suoi cittadini anzichè salvarli, nei crack finanziari che lasciano sulla strada migliaia di famiglie - lo sentiamo anche un po' nostro.
Sarà perchè espressioni come "ritiro dall'Iraq", "sanità pubblica", "energie rinnovabili" possono fare molto male a chi crede di poter gestire il proprio Paese come un'azienda di famiglia, rivolgendosi esclusivamente ai propri creditori.
Sarà perchè gran parte del mondo ha riposto la propria fiducia e speranza in chi professa l'ora giunta del cambiamento, il momento in cui bisogna fermarsi dal cadere ed iniziare a rialzarsi.
Sarà perchè non si sa dove sia scritto che alla Casa Bianca possono arrivare solo i bianchi.
Oggi un nero ce l'ha fatta.
L'America ha scelto, e senza possibilità di replica. Ma il potere che oggi detiene Barack Obama è in realtà ben più grande dei soli sentimenti dei suoi concittadini. E' la volontà di cambiamento non solo della sua America, ma di altre centinaia di milioni di persone che da fuori hanno sperato, tifato, urlato "svegliatevi!" ad un popolo che sembra dormire un sonno profondo. Come il nostro. Come l'Italia, in cui il motto ricorrente degli ultimi giorni è diventato "Se non ve lo prendete voi, datelo a noi".
Oggi sembra essere un giorno diverso. Oggi ci sembra di essere tutti uguali, nessuno conta più dell'altro, le voci di ognuno hanno la forza di essere ascoltate senza prevaricazioni. E' una strana sensazione, quasi di leggerezza, inebriante. Sembra di vivere in un sogno. A dream.
Ma quel sogno, quel meraviglioso sogno che tanto stava a cuore ad un altro americano di colore che faceva "Re" di cognome, è ancora lontano. Il cammino è appena iniziato, ora staremo a vedere dove porterà.
Non mi aspetto alcuna rivoluzione. Ma almeno provaci, fratello.
Yes, we can.

La sua lunga corsa ci fa spiccare il volo
Repubblica - 04 novembre 2008 - Pg. 4, sezione: Politica estera
"Rosa Parks si sedette (sull'autobus) così che Martin Luther King potesse camminare. E Martin Luther King ha marciato così che Barack Obama potesse correre. Barack Obama adesso corre affinché noi tutti possiamo spiccare il volo. E' questo quello che penso, è questo quello che posso dire quando ormai manca poco al grande giorno. Non vedo l'ora che sia il 5 novembre, domani quando si saprà tutto, per potergli dire: "Ciao, Fratello Presidente!". Non posso dirvi per chi votare, ma posso dirvi: votate."
Jay-Z, rapper americano

Date un'occhiata a:
- il suo programma elettorale;
- il video musicale "Yes, we can" (anche con sottotitoli in italiano);
- Wassup 2008.

Enjoy.

Adrian was there