L’astensionismo da record è un trauma difficile da somatizzare. Fa male e fa paura. È il disprezzo, urlato nel silenzio, per una classe politica vuota, che non ha più niente da dare, valori da insegnare, idee da proporre, futuro da costruire. È il disgusto per una materia organica in decomposizione, terreno fertile per mafie predatrici. È il fallimento di una e più generazioni, incapaci di umiltà, ancorate a ideologie che frenano idee e passioni, e restie ad assumersi la responsabilità dei propri errori. Per questo, il silenzio di un terzo dell'elettorato è un argomento da evitare. E in Italia è facile evitarlo. La soluzione è a portata di mano. L’innata battaglia tra “Destra” e “Sinistra” - efficace prodotto multiforme venduto al Paese dal piazzista di Arcore - è la scusa migliore per parlar d’altro. Quindi a sinistra ci si può indignare nei confronti di chi ha votato i ragazzi di Grillo “togliendo voti” al PD ed impedendogli di sconfiggere il “mostro” berlusconista di turno, ben sapendo che quegli stessi elettori non avrebbero mai alzato il culo da una sedia per uscire di casa e andare a votare PD, un partito che un giorno sì e l’altro pure elogia Craxi e sodomizza Berlinguer. A destra, invece, il PDL all’uranio impoverito di Fini regge solo per chi vuole illudersi. Regge l’onda d’urto di un PD miracolosamente ritrovatosi? No di certo, perché il vento di tempesta proviene dal suo principale alleato: rispetto al 2005, lo tsunami Lega raddoppia (si legga bene: raddoppia) i suoi elettori in Piemonte, Lombardia e Veneto, diventando in quest’ultima Regione il primo partito di riferimento. E proprio a Brescia si raggiunge il roboante primato: Renzo Bossi detto “Il trota”, figlio del Senatùr Umberto, due tonfi prima di passare l’esame di maturità al terzo tentativo, è il più votato. Risultato: si passa dal ko tecnico per 11-2 inflitto dal centrosinistra (quale sinistra?) al centrodestra (quale destra?) cinque anni fa al 7-6 maturato ieri. Un successo. Per il centrodestra (quale...?), chiaro.
Ovviamente a vincere non sono stati i temi, le proposte, i contenuti, i valori, ai quali non è stato riservato alcuno spazio in questa inesistente campagna elettorale. Il vero trionfatore si conosceva da tempo: l’insofferenza crescente degl’italiani. Che da una parte si è manifestata nel non andare a votare e dall’altra è stata sequestrata dalla strategia comunicativa e mediatica di un partito popolare - la Lega Nord - che ha saputo negli anni sostituirsi al vecchio Partito Comunista e perfino superare in maestria un imbonitore d’alta classe qual è Berlusconi. Come? Dosando sapientemente 1) le comparsate in tv, nei telegiornali e nei salotti televisivi, e 2) i presìdi nelle piazze e nelle fabbriche anche e soprattutto in periodi lontani dalle elezioni, intercettando così i malumori, fomentando le intolleranze, instillando nei cittadini la velata sensazione che il partito fosse (e sia) loro “vicino”. Ma per quanto nell’ignoranza possa fare breccia, la caccia al clandestino non sembra uno stimolo sufficiente a risollevare un Paese mai così a pezzi.
Intanto, le mafie si fregano le mani per gli importanti risultati maturati. «Ci siamo anche noi», sembrano sussurrare, sorridendo, dalle tribune bipartisan campane e calabresi. E fra i due litiganti che ogni due per tre si ritrovano d’amore e d’accordo, mentre Nichi Vendola al sud bussa alla porta del PD come al nord la Lega a quella del PDL e tutta Italia (quale Italia?) rimane con il fiato sospeso a seguire il testa a testa fra Emma Bonino e il Vaticano, la sorpresa arriva dal cielo di una notte di fine marzo. Le cinque stelle del Movimento lanciato da Beppe Grillo raccolgono consensi in tutti i collegi regionali in cui sono state presentate, fino a sfondare il 7% in Emilia Romagna. Il tutto con campagne elettorali finanziate con raccolte fondi, promosse da volontari con tanto di programma elettorale e oscurate da televisioni e giornali.
Scende la notte, brillano le stelle.
Adrian was there
martedì 30 marzo 2010
mercoledì 3 marzo 2010
La strategia Rifiuti Zero - Intervista a Paul Connett
Pubblico l'intervento sulla strategia Rifiuti Zero del Prof. Paul Connett, docente emerito di chimica ambientale presso la St. Lawrence University di New York, ripreso dinnanzi all'inceneritore di Brescia.
Il mio lettore è consapevole del fatto che non so più chi devo ringraziare per avermi concesso la possibilità di conoscere questo straordinario essere umano.
Il mio lettore è consapevole del fatto che non so più chi devo ringraziare per avermi concesso la possibilità di conoscere questo straordinario essere umano.
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Adrian was there
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