domenica 21 giugno 2009

Così muore la libertà di informazione, ma noi vogliamo tenerla in vita!

Pubblico un testo che ho scritto nella notte per il Meetup di Brescia. L'ho scritto con rabbia e cuore. Sono tempi in cui il sonno non riesce a raggiungermi.
Le immagini dei morti in Iran e della violenza che il regime oppone al popolo della Rete mi suggeriscono cupi orizzonti.



La questione è semplice. Ci stanno ammazzando lentamente la libertà d'informazione. Ce la tolgono piano piano, in attesa della stretta finale, come l'illusionista fa sparire la tovaglia dal tavolo, lasciando in piedi tutti i bicchieri ed intatte le stoviglie. Fino a quando ci sveglieremo un giorno e ci sembrerà come il precedente, per poi scoprire che ogni nostra parola si perde nel vuoto, inascoltata. E mentre prima eravamo in grado di parlare, di farci ascoltare, chi ci starà davanti non si accorgerà nemmeno della nostra presenza. Saremo diventati esseri trasparenti, vuoti, perchè il silenzio non ha colore, non ha tono, non ha vita.
La legge bavaglio sulle intercettazioni non è una porcata come quella elettorale. E' una violenza culturale, consapevole, meccanica. Mafiosa. Protratta per fini ben distanti dalla "sicurezza" alla quale tanto ci si appella.
Ed è solo un anno che questa Legislatura è in corsa. Ne mancano ancora quattro alla scadenza del mandato. Ogni giorno è un'offesa in più, un tentativo di sovvertire la nostra dignità di cittadini informati e liberi di scegliere. Ogni giorno è un passo forzato verso la demolizione controllata del nostro Stato di Diritto, della nostra Giustizia e rispettabilità internazionale.
Secoli di storia dell'umanità hanno visto in Italia la nascita di geni inarrivabili della letteratura, dell'arte, della musica, della cultura, della politica. Oggi, in quello che dovrebbe essere il Tempio di queste Memorie - il Parlamento Italiano -, siedono fianco a fianco pregiudicati, condannati in via definitiva, prescritti, inquisiti ed indagati. Mentre in internet scorrono fiumi di sterco e verità nascoste, in tv si affacciano profumi inebrianti, parole suadenti e corpi mozzafiato. Quella che era ed è la feccia di questo Paese ne è diventata la faccia.

Chissà a chi non è venuto da sorridere amaro, ascoltando i tg nazionali parlare di "Regime che ha nel mirino la Rete, i siti, i blog, internet, la libertà d'espressione" per ciò che sta accadendo in Iran. Chissà a quanti non è venuto da chiedersi: "stanno parlando dell'Iran o dell'Italia?", per poi vedere le immagini delle centinaia di migliaia di cittadini iraniani nelle piazze, e convincersi che no, non era dell'Italia che si stava parlando, poichè in Italia le piazze si riempiono solo per i V-Day di Beppe Grillo. O per i saldi.

Alcuni degli ultimi giornalisti liberi rimasti in Italia usciranno a settembre con un nuovo giornale, "Il Fatto Quotidiano", del quale un giorno ci piacerebbe diventare azionisti, attraverso il Meetup. Quelle stesse persone stanno organizzando una notte bianca di protesta a Roma, il prossimo 8 luglio, senza bandiere, che riproporremo anche a Brescia. Sempre loro hanno sottoscritto un appello per la libertà d'informazione, al quale ci sentiamo in dovere di aderire, con il cuore e con la mente, con tutte le nostre voci in coro, per urlare "Così muore la libertà di informazione, ma noi vogliamo tenerla in vita!".

Meetup "Amici di Beppe Grillo di Brescia"
Associazione "Ricomincio da Grillo"


Diffondiamo il più possibile.



Dal Blog Voglio scendere

18 giugno 2009
Così muore la libertà di informazione,
ma noi vogliamo tenerla in vita


Noi sottoscritti ci riconosciamo nell’articolo 21 della Costituzione Italiana che recita fra l'altro: "La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure. Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione".
Il disegno di legge n. 1415 sulle intercettazioni e sulla cronaca giudiziaria, cioè la legge-bavaglio, che sta per essere definitivamente approvato al Senato viola apertamente questi principi.
Noi ci dichiariamo pronti all'"obiezione di coscienza", cioè a continuare a pubblicare gli atti giudiziari (intercettazioni, ma non solo) che non sono segreti, ma di cui la maggioranza di governo vuole impedire la pubblicazione e la conoscenza. Chiediamo agli editori, all'Ordine dei Giornalisti, alla Federazione della Stampa, agli organismi sindacali di tutte le testate (carta stampata, radio e televisione) di aderire a questa forma di protesta civile.
Invitiamo il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, a valutare i profili di incostituzionalità del disegno di legge e a respingerlo alle Camere.
Chiediamo ai cittadini di aderire al nostro appello, perché hanno il diritto di essere informati correttamente e compiutamente.
Noi giornalisti siamo pronti a pagare in tribunale le conseguenze del nostro gesto, in attesa che la Corte costituzionale e la Corte europea di giustizia di Strasburgo dichiarino illegittima la legge-bavaglio. La nostra libertà di informare riguarda tutti. E' giunto il momento di difendere la nostra Costituzione.

Gianni Barbacetto, Pino Corrias, Peter Gomez, Sandro Ruotolo, Marco Travaglio

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Ps
Caro lettore, per mantenerti aggiornato ti invito a frequentare il Meetup di Brescia:
- la legge bavaglio sulle intercettazioni;
- il presidio dell'8 luglio a Brescia;
- il Fatto Quotidiano, il giornale di Antonio Padellaro e Marco Travaglio.

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