L’associazione dei giornalisti tedeschi (DJV) conferisce il premio per la libertà di stampa a Marco Travaglio
I sette membri del consiglio direttivo federale della DJV, l’associazione dei giornalisti tedeschi, quest’anno hanno assegnato il premio per la libertà di stampa al giornalista e autore italiano Marco Travaglio.
Michael Konken, presidente federale della DJV, ha motivato la decisione dichiarando: “Assegnamo il premio a Marco Travaglio, un collega che si è contraddistinto per il coraggio critico e l’impegno dimostrato nel combattere per la libertà di stampa in Italia.”
Travaglio ha saputo denunciare pubblicamente i tentativi dei politici italiani, in particolare di Silvio Berlusconi, di influenzare il lavoro dei media e di ostacolare lo sviluppo di un giornalismo critico. Le critiche di Travaglio si sono orientate anche ai colleghi italiani con lo scopo di incoraggiarli a non sottomettersi alla censura. “Il premio della DJV per la libertà di stampa è il riconoscimento più adatto a Marco Travaglio,” ha dichiarato Konken. “Travaglio deve dare coraggio ai giornalisti italiani affinché possano svolgere la loro funzione di vigilanza e non cadano vittima di intimidazioni”.
Il premio della DJV per la libertà di stampa consiste in 7.500 Euro e sarà conferito a Marco Travaglio a Berlino alle 18:30 del 28 aprile 2009 presso il Palazzo della Bundespressekonferenz (ufficio stampa federale). I rappresentanti dei media sono invitati a partecipare alla cerimonia.
Con questo premio la DJV onora personalità o istituzioni che si impegnano in prima persona in battaglie per il mantenimento e la creazione della libertà di stampa. I precedenti vincitori sono stati il giornalista serbo Miroslav Filipovic, la giornalista russa Olga Kitowa e la redazione del giornale “Berliner Zeitung”. Filipovic ha ricevuto il premio per aver scoperto i crimini di guerra serbi in Kosovo, Kitowa è stata premiata per la sua difficile battaglia contro la corruzione in Russia e la redazione del “Berliner Zeitung” per l’impegno dimostrato nel difendere la libertà di stampa in Germania e l’indipendenza editoriale da Mecom Group, la casa editrice che l’ha rilevata.
24 febbraio 2009
Fonte: http://italiadallestero.info/archives/3612
Avevano criticato l'azienda dopo le dimissioni di Enrico Mentana
Caso Matrix: «inconcepibile» il richiamo di Mediaset a due giornalisti di Mentana
Il sindacato dei giornalisti richiama il diritto di espressione, le leggi e la disciplina del lavoro
ROMA - «Sconcertante», «inconcepibile», «grave caduta delle buone pratiche». La Federazione nazionale della stampa italiana (Fnsi, il sindacato dei giornalisti) si schiera con i colleghi Silvia Brasca e Roberto Pavone per la lettera di richiamo inviata da Mediaset ai due giornalisti di Matrix che avevano criticato la società sul caso Mentana. L'Fnsi chiede il ritiro della contestazione disciplinare. «La Fnsi è vicina ai colleghi, ne rivendica il diritto di espressione salvaguardato dalla Costituzione, dalle leggi e dalla disciplina del lavoro. Il dissenso sulle scelte opinabili non può essere compresso, né oggetto di censura o ritorsioni. A Mediaset la Fnsi chiede il ritiro della lettera di contestazione disciplinare e di voler evitare uno spiacevole, ingiustificato scontro».
DIFESA - Giovedì sera, intervenendo alla trasmissione Annozero su Rai 2, Enrico Mentana aveva difeso i suoi ex colleghi.
27 febbraio 2009
Fonte: http://www.corriere.it/cronache/09_febbraio_27/matrix_fnsi_mentana_84eec2ea-04f5-11de-bb75-00144f02aabc.shtml
Marco Travaglio vince un premio per la libertà di stampa. Ovviamente all'estero, poichè in Italia ci si guarda bene dal premiare chi fa informazione. E, sempre per ovvietà, la notizia è battuta esclusivamente all'estero. Il rischio, infatti, è che i cittadini italiani scoprano una realtà sommersa, che non deve esistere, e arrivino a chiedersi perché un giornalista come Marco Travaglio venga costantemente ricoperto di sterco dalla politica e dai media nazionali, mentre i colleghi tedeschi della DJV (l'associazione dei giornalisti teutonica) gli riconoscono addirittura un premio. E per ragioni impronunciabili, nel nostro Paese. Eresìe che il candore e la verginità dei lettori nostrani non meritano. Quale idiozia, chiedere loro di far fronte all'angusto peso del porsi domande, interrogarsi, riflettere, pensare, constastare un'eventuale errata percezione. Meglio empire le pagine dei giornali con altro, ampliare gli orizzonti, rivolgerci agli "scandali" di casa nostra, spiegare perchè in inverno nevica e d'estate fa caldo, produrre pallide elucubrazioni per giustificare l'assenza di un terzo della popolazione sarda alle urne, concentrarsi a sprazzi su "emergenze" che perdurano da anni, rispolverare antichi eroi della democrazia, da Bettino Craxi a Marcello Dell'Utri, a Vittorio Mangano, a Licio Gelli e chissà quali altre prelibatezze.
Eppure non tutto sembra essere perduto. La libertà d'espressione pare sia un concetto ancora in voga, in Italia. A farsene portatrice è nientepopodimenoche la FNSI, La Federazione Nazionale della Stampa Italiana, il sindacato dei giornalisti. A seguito della cacciata di Enrico Mentana - fresco scopritore dell'impraticabilità del terreno-Mediaset per chi vuol fare informazione -, l'azienda del Premier Silvio Berlusconi ha pensato bene di notificare alcune contestazioni disciplinari ai due giornalisti che avevano osato criticare la scelta di spodestare Mentana.
«Sconcertante», «inconcepibile», «grave caduta delle buone pratiche», le espressioni impiegate dalla FNSI per dipingere il diktat aziendale. Le stesse che altri avrebbero voluto utilizzare per commetare il riconoscimento conferito a Marco Travaglio. Poi qualcuno ha fatto notare loro che di incidenti diplomatici il Premier ce ne ha già fatto dono in abbondanza. Meglio, quindi, cercare una via alternativa per placare gli animi. Si potrebbe emulare i colleghi tedeschi, magari con un trofeo da dedicare ad Emilio Fede. I meriti, c'è tempo per inventarseli.
Adrian was there
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