Alcuni lettori - probabile si fingano tali per infondermi un minimo di soddisfazione - mi fanno notare che dovrei aggiornare il mio blog un po' più spesso, concentrando maggiormente in questo spazio le parole che spargo in giro per il web.
Bene. Oggi riprendo un commento. L'ho scritto in seguito alla serata d'accoglienza promossa lo scorso 22 ottobre dal Meetup Amici di Beppe Grillo di Brescia, gruupo di "sovversivi" che prendono spunto dal comico genovese per parlare di sentimenti, idee, futuro. C'erano molti volti nuovi. Gran parte di questi ha richiesto attenzione per dire qualcosa, farsi ascoltare.
Il contesto è quello di un'attività di volontariato. Ma, sinceramente, credo possa valere in qualsiasi luogo e tempo di questa vita, e per qualsiasi essere umano in cerca di libertà.
La scorgevamo negli occhi di tutti, nessuno escluso. Quella luce, quei riflessi, è impossibile non riconoscerli. Dopo un po' ci fai l'abitudine. La prima volta che abbiamo avvicinato il Meetup ce l'avevamo tutti, quella luce negli occhi. È l'insofferenza. La rabbia covata in grembo come un cancro. «Non ce la faccio più. Questo nulla mi sta stuprando l'anima». Ti senti nudo, spogliato dei tuoi valori. Offeso, delegittimato, impotente. Violentato. E senza stimoli a reagire. Perchè in quelle stanze, quelle in cui la schiena si piega al potere, il nulla non è solo in chi urla, ma anche in chi gli risponde, e fa eco. La nausea è tremenda, ogni volta che accendi la tv o leggi un giornale. Il tanfo è diventato ambiente. La paura una gabbia dalla quale limitarsi ad osservare. Una finestra sul mondo, ma con le grate.
Eppure vorresti solo essere felice. Stare bene, con gli altri e con te stesso. Non chiedi di più. Un motivo per tornare a sorridere, senza pregiudizi, nè timori reverenziali. Vuoi parlare di idee, non di interessi. Vuoi condividere esperienze, non giudicare gli altri. Hai bisogno di colore per guardare al futuro, costruirlo, viverlo fin d'ora. Ecco perchè sei qui. Arrivi perchè senti che è giunto il tuo momento. Il momento di muoversi e fare qualcosa. «Eccomi qui. In questo mondo esisto anche io. Contatemi». Arrivi e la domanda è sempre la stessa. «Cosa posso fare?». Sei nell'istante in cui la tua sensibilità e forza interiore rappresentano un tesoro di inestimabile valore. Un tesoro che illumina volti semplici, voci naturali, gesti spontanei, umane insicurezze. Stai respirando un'atmosfera diversa, in cui la passione civile scorre e ribolle come sangue nelle vene. Ti riavvicini alla vita, forse quella che non hai mai vissuto. Un errore, andarsene se l'attesa è tradita. Tornare e riprovarci è saggio, coraggioso. Solo il tempo e la frequenza ti diranno cosa puoi fare. Ciò che conta è crederci, ed esserci. Sempre.
Adrian was there
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